Impianti per il trattamento delle acque domestiche
Oggi scopriamo insieme i funzionamenti e componenti degli impianti per il trattamento delle acque domestiche, per il benessere della vostra famiglia.
1)Trattamento delle Acque potabili
Negli ultimi anni sono diventati sempre più apprezzati gli impianti per il trattamento delle acque domestiche; ossia quei dispositivi che permettono di purificare l’acqua potabile prelevata direttamente dal rubinetto nella propria abitazione che opportunamente trattata diventa una bevanda buona e sicura che mette al bando l’acquisto dell’acqua in bottiglia.
Sono impianti pratici facilmente manutentabili e dall’installazione relativamente facile, questi impianti possono essere resi operativi in ogni abitazione, occupano poco spazio e soprattutto migliorano la qualità dell’acqua.
Non è una novità che sempre più famiglie italiane si stiano convincendo a dotarsi di questi sistemi di purificazione domestica per avere la sicurezza di alimentarsi con acqua sana, risparmiando sull’acquisto di quella in bottiglia.
Le tipologie di impianti per il trattamento delle acque domestiche
Fra le principali tipologie di impianti per il trattamento delle acque si possono menzionare:
- Le Caraffe filtranti: sono sistemi tra i più semplici ed economici.
In una caraffa viene inserito un filtro a base di carbone che purifica l’acqua contenuta all’interno.
- I Filtri a osmosi inversa: sono dispositivi che sfruttano il principio dell’osmosi inversa; utilizzano una sottile membrana che sotto pressione fa passare l’acqua ma trattiene le sostanze potenzialmente dannose come i nitrati.
Gli impianti per il trattamento delle acque “dure”, quelle che hanno un’alta quantità di sali minerali disciolti, usano filtri autopulenti.
- I Filtri a carbone attivo: oltre che nelle caraffe filtranti, i sistemi a carbone attivo sono ideali per avere un’acqua potabile che non contiene tracce di elementi chimici tipo pesticidi o solventi; non sono però capaci di trattenere i sali minerali o il cloro.
- I Filtri ad azione meccanica: è una tipologia economica, inferiore in efficacia.
Non usa alcun principio attivo chimico, ma solo dei componenti filtranti che trattengono i macroelementi come polveri o impurità.
È una discreta soluzione contro il deposito di calcare, ma essendo un filtro meccanico è poco indicato per fungere da “filtro universale”.
Impianti domestici trattamento acqua
La scelta del filtro più adatto è un significativo primo passo per assicurarsi un’acqua pulita, ma è importante anche assicurarsi che la giusta manutenzione venga eseguita periodicamente senza mai trascurarla.
Quindi il controllo periodico dei filtri, che appaiono sempre più sporchi con il passare dei giorni; poi un esame accurato di tutte le componenti scomponendo il sistema nei vari elementi e procedendo alla purificazione di ogni pezzo.
Il tipo di manutenzione è variabile al variare della tipologia dell’impianto.
Ad esempio, i filtri a osmosi inversa sono i più soggetti a eventuali intasamenti delle membrane, che devono essere controllate almeno una volta al mese per poi procedere con la sostituzione.
Per i filtri a carbone attivo, sono da sostituire osservando il livello di sporco del filtro, che con il tempo diventa più opaco.
Normative degli impianti per il trattamento delle acque domestiche
Le norme al riguardo si pongono completamente a difesa del consumatore, che ha bisogno di essere guidato dal venditore, sia nell’acquisto, sia nella manutenzione del suo impianto.
Il DM 07/02/2012 prescrive che per chi acquista un impianto di depurazione domestica deve essere garantito:
- Il libretto di istruzioni con esposte in modo chiaro le istruzioni di montaggio e manutenzione, compresa l’affermazione che il sistema cui è riferito è riservato al solo trattamento delle acque potabili;
- La presenza di esplicite indicazioni sulla manutenzione periodica per garantire le buone prestazioni dell’impianto nel tempo.
La costante manutenzione dei depuratori d’acqua domestici è importante per il loro corretto funzionamento ma soprattutto per continuare a bere acqua sicura e dal sapore eccellente.
2)Trattamento delle Acque reflue domestiche
Le acque reflue domestiche sono provengono dai sistemi di scarico delle abitazioni e sono distinte in:
- acque nere provenienti dal W.C.;
- acque grigie provenienti dagli apparecchi idrici di bagno e cucina;
- acque meteoriche provenienti dai pluviali.
Smaltimento delle acque reflue
Le acque di rifiuto degli apparecchi igienici domestici e quelle meteoriche devono essere smaltite secondo due separati sistemi di canalizzazione, che potrebbero essere riunite solo all’esterno dell’edificio, in funzione di quanto stabilito dalle norme nazionali e dai regolamenti locali.
Le due tipologie impiantistiche di scarico hanno lo scopo di allontanare le acque reflue dall’abitazione, riversandole nella fognatura urbana.
Il sistema di scarico a doppia tubazione è certamente quello più igienico, in quanto impedisce la formazione di reflusso delle acque nere del wc con formazione di cattivo odore, anche se negli edifici condominiali, nei quali i servizi igienici sono incolonnati, si usa il sistema a tubazione unica.
Ogni apparecchio igienico wc, bidet, doccia, vasca, lavandino, lavello, lavatoio, deve essere dotato di un sifone di collegamento all’impianto di scarico.
È un tubo dalla forma a “S” che ha lo scopo di impedire la formazione di cattivo odore; deve essere ispezionabile, perché la forma ricurva favorisce l’accumulo di sostanze trasportate e in sospensione che ne provocano l’ostruzione.
Il sistema di depurazione
I sistemi biologici di depurazione delle acque reflue domestiche possono essere diversi tra di loro, ma seguono tutti lo stesso processo biologico.
Il processo consiste in un pretrattamento, ossia la separazione dei grassi reflui dai lavelli delle cucine e l’eventuale grigliatura, la sedimentazione ecc.; successivamente il liquame grezzo è convogliato in un bacino di aerazione nel quale tramite l’insufflazione di aria dosata, si tende a favorire la formazione di masse di microrganismi, che assorbono le sostanze inquinanti contenute nel liquame e le eliminano sotto forma di composti ossidati di tipo semplice, cioè acqua e anidride carbonica.
In seguito questi microorganismi sono separati per sedimentazione dalle acque chiarificate, mentre l’acqua depurata effluisce per altra via allo scarico per essere disinfettata e smaltita.
I fanghi sedimentati poi, possono essere nuovamente ricircolati nella vasca di aerazione essendo ancora per questa massa di fanghi biologicamente attiva e digestori di sostanza organica inquinante e altresì per fare in modo che l’acqua contenuta nella vasca di areazione abbia una concentrazione sempre costante.
Il processo di depurazione è svolto quindi in fase auto ossidativa, la quale si caratterizza per la continua distribuzione della massa di fanghi da parte degli stessi microrganismi che la compongono.
Il grado di inquinamento dei reflui domestici
Si misura computando l’ossigeno che il liquame consuma perché trasformi le sostanze organiche putrescibili in sostanze innocue.
Questo quantitativo di ossigeno si indica con la sigla “BOD” cioè: Domanda Biologica di Ossigeno.
La potenzialità dei sistemi di depurazione per le acque reflue domestiche e civili è indicata in termini di numero degli abitanti equivalenti, e il loro dimensionamento è rapportato ai seguenti dati:
- dotazione idrica (consumo d’acqua):200÷250 litri x abitante x giorno;
- dotazione idrica allo scarico:150÷200 litri x abitante x giorno;
- carico inquinante specifico BOD5 :60÷65 gr x abitante x giorno.